giovedì 21 aprile 2011

SETTIMO CAPITOLO

Il castello sorge sulle alture dove oggi risiede lo splendido Parador di lusso. Che tristezza pensare che il tempo e l’uomo distruggeranno questa splendida dimora. Quando arriviamo ai suoi cancelli è già buio e le torce che illuminano il parco sono quasi esaurite. Lorenzo inciampa sui mattoncini del vialetto principale. Sembra stordito, confuso e anche impaurito. Stringo la sua mano che, nonostante la brezza serale, è fredda e inerme. Risponde alla stretta e mi sorride, ma il terrore alberga ancora nei suoi occhi azzurri.
“ Vieni, sbrighiamoci che il parco è molto grande e per arrivare al portone d’entrata dobbiamo fare ancora molta strada”.
Non risponde. Si limita a sorridere seguendomi mentre si guarda intorno incuriosito.
“ Entreremo dalla porta di servizio. La cuoca a quest’ora starà lavando i piatti. Stai tranquillo, per questa notte ci accomodiamo con la servitù. Domani avremo tutto il tempo per farci vedere insieme e fare le tue dovute presentazioni alla mia famiglia”.
Sto quasi ansimando per la fretta con cui avanziamo. Mi blocco all’improvviso nello scorgere il laghetto dove trascorrevo molto tempo a leggere o anche solo ad ammirare la natura circostante. Lo raggiungo e mi inginocchio per immergere le mani nell’acqua. E’ fredda quanto basta per darmi un po’ di carica. Senza pensarci su mi tolgo la gonna e, rimasta con la sola camicia, mi immergo in quelle acque sotto lo sguardo allibito di Lorenzo. Non è mia intenzione sconvolgerlo, eppure sentivo il bisogno di questo bagno ristoratore. Come se immergermi in questo laghetto potesse far tornare la mia testa indietro nel tempo e farmi dimenticare le immagini del mondo del futuro che assillano la mia mente.
“Togliti quei dannati jeans e assapora questo bagno. Non voglio mica sedurti!”.
Titubante segue il mio consiglio, senza però distogliere lo sguardo dal mio viso, come se avesse timore di guardare oltre…


Il paesaggio notturno mi incanta, e sento quel tempo già mio. Tengo stretta la mano di Amaranta e sebbene il mio viso esprima un'espressione tesa e disorientata, sento comunque che mi abituerò presto a quel cambiamento. Quando poi lei mi conduce verso quel lago e si spoglia, allora per un attimo dimentico chi sono e dove sono.
In Italia, nel “mio” tempo, ho avuto solo brevi storie con ragazze che ammetto di non aver avuto difficoltà a dimenticare. E mai nessuna di loro ha mai osato tanto, nessuna di loro è mai stata così intraprendente. Amaranta è diversa, e non solo perché appartiene a un passato nel quale sono stato gettato alla rinfusa.
Togliermi i jeans...non me lo faccio ripetere. Getto a terra sull'erba umida tutto ciò che reco con me, libro e spada mistica, per poi liberarmi velocemente dei vestiti. Mi sento libero come non lo sono mai stato in vita mia. Mi sento me stesso, lì in un luogo e in un tempo che non m'appartengono. M'immergo nelle acque fredde rabbrividendo e mi basta poco per raggiungere Amaranta, la quale prende a giocare con l'acqua battendo le mani sulla superficie in modo tale da schizzarmela sul viso. E' incredibile come mi senta a mio agio con lei; come se ci conoscessimo da tempo, da sempre. Ride gioiosa; sembra che le preoccupazioni per ciò che dobbiamo affrontare siano lontane da noi.
- Ah si, è questo che vuoi?- le dico avvicinandomi di più a lei.
L'afferro per un braccio e faccio per spingerla sott'acqua e continuare così quel gioco che lei ha iniziato, ma mi trovo così vicino ai suoi occhi che ne resto incantato. E mi blocco. Ogni mia facoltà si arresta. La fisso tornando serio e solo allora mi rendo conto di quanto lei sia effettivamente bella, di quanto io sia stato fortunato ad essere stato scelto dal Destino. Lei mi fissa a sua volta, e restiamo per qualche istante immobili nell'acqua senza parlare. La notte non confonde comunque i suoi lineamenti perfetti e armoniosi.
Poi delle voci concitate ci costringono a tornare alla realtà; per un brevissimo istante tutto si è annullato attorno a noi.
- Chi è là?- tuona la voce di un uomo seguita subito dall'abbaiare minaccioso dei cani.
Ci hanno sorpresi. E spero solo che quelli siano uomini del castello che torreggia sulle nostre teste. Intanto mi tengo pronto a scattare e raggiungere la spada lasciata ai margini del laghetto. Il mio compito è aiutare e proteggere Amaranta. Ed è ciò che farò, mi costasse anche la vita

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