mercoledì 23 febbraio 2011

CAPITOLO QUARTO

Cosa sta facendo? Dal bagno avverto dei rumori nella camera ma non mi muovo. Sono sprofondata nell’acqua calda e profumata che mi avvolge nella vasca regalando un po’ di sollievo alle mie membra. Nel seicento non era immaginabile un lusso del genere neppure per le famiglie nobili. Farsi il bagno spesso significava scottarsi con l’acqua bollente o congelarsi in qualche fiume. Chiudo gli occhi e ripenso a questo ragazzo. Bello e gentile. Trattengo il respiro e immergo la testa sotto l’acqua come a voler cancellare l’immagine della sua faccia sorridente. Ma non ci riesco. Se resto ancora qualche minuto in questa posizione rischio di addormentarmi. Mi alzo di scatto e avvolgo i miei lunghi capelli nel telo di lino adagiato sul lavandino. Mi accorgo che è trascorsa quasi un’ora senza che me ne rendessi conto. Prendo l’accappatoio e mi asciugo con cura. Se non avessi osservato i lenti e continui cambiamenti delle abitudini umane, ora non saprei dove mettere mano. Invece sono stata spettatrice silenziosa di un mondo in continua evoluzione senza che nessuno riuscisse ad avvertire la mia presenza…Ma ora c’è lui. Sento una porta che si chiude e dei passi veloci sul parquet. In preda al panico afferro lo scopino del water e solo quando lo impugno come fosse una spada realizzo che io sono solo uno spirito e nessuno può vedermi né ferirmi, tranne lui. E non posso neppure difenderlo da un eventuale attacco. Esco lentamente dal bagno e sbircio la stanza per scoprire che è proprio lui il misterioso ospite. Mi sorride e appoggia un pacchetto sul letto
“E’ per te. Non sono molto bravo nel fare regali, ma ho pensato che avessi bisogno di biancheria e abiti puliti..insomma ho acquistato un completo intimo e un abito in stile gitano. Un po’ colorato, ma l’unico con una gonna ampia come sei abituata ad indossare nel tuo tempo”.
Sono senza parole. Nessuno aveva mai avuto un pensiero così carino nei miei confronti. Il reggiseno e lo slip sono molto casti mentre l’abito è vivace e solare, proprio come piace a me. Quest’uomo mi darà delle belle soddisfazioni, me lo sento! 

Amaranta sembra non voler uscire più dal bagno. Io non oso bussare ed entrare e ne approfitto per prendere una boccata d'aria e distendere i pensieri. Lascio la stanza, il parador, per incamminarmi verso un luogo imprecisato. Ho bisogno di riflettere. La paura che il proprietario del negozio mi stia ancora cercando mi costringe a non allontanarmi troppo. Meglio essere prudenti. Ripenso ancora a quanto mi sta succedendo, e mi ripeto che è tutta una follia. Possibile che al mio ritorno la ragazza non ci sia più. Forse è stato tutto un sogno. Nonostante questo non riesco a trattenermi quando passo di fronte a una vetrina che esibisce meravigliosi abiti da donna. Entro nel negozio e compro alcune cose in tutta fretta; ora sono ansioso di tornare da lei...da quello che sembra un miraggio a occhi aperti.
Risalgo in camera e le consegno ciò che ho comprato, sperando che le piaccia. E' la prima volta che regalo vestiti simili a qualcuno. E' la prima volta che vivo un'esperienza simile in vita mia.
Cerco di non fissarla troppo intensamente. Non sono timido in genere con le ragazze, ma lei mi procura delle sensazioni uniche che non saprei spiegare con il solo uso delle parole.
Poi le ripeto che sono pronto a seguirla ovunque lei voglia portarmi. Inganneremo così assieme il tempo e il mondo.
Lasciamo di nuovo la mia stanza. Questa volta sono consapevole che non la rivedrò tanto presto. Ho con me solo il mio zaino da viaggio dove ho infilato il Cantar de mio Cid; tutto il resto devo trovarlo nella mia mente e nel mio cuore.
- Non appena il proprietario del negozio mi vedrà mi farà una scenata.- dico.- Devi trovare il modo per bloccarlo, Amaranta, mentre io prenderò la spada. Mi affido a te, come sto affidando a te anche la mia vita.
Lei annuisce, e sorridendole appena mi avvicino al negozio di antiquariato. O ora o mai più.
Faccio un profondo respiro e quando varco di nuovo la porta non entro solo in un semplice negozio di lame spagnole, ma metto piede in una nuova esistenza. Da quello che accadrà a breve dipenderà la mia vita e quella di Amaranta.
Come ho immaginato l'uomo dietro al bancone mi riconosce subito e inizia a gridarmi parole che non capisco. Fa il giro del bancone e sta quasi per avventarmisi addosso quando urlo ad Amaranta di fermarlo. Lo spirito della ragazza fa qualcosa di incredibile ai miei occhi e mentre lo tiene bloccato, io poso lo sguardo sulla lama che ci occorre per tornare indietro nel tempo, quella lama che dovrò infilarle nel cuore.
L'afferro con una mano e sento già che qualcosa sta cambiando in me. Mi attendeva, quella spada è in qualche modo mia.
Prima ancora di rendermene conto sono uscito dal negozio brandendo quella lama, estasiato per quanto è avvenuto. Amaranta mi segue, la sento vicina. Ora dobbiamo solo trovare un posto dove praticare il rito. Così la mia avventura avrà finalmente inizio.

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